Si attende l’approvazione definitiva della legge di bilancio, però nelle bozze del decreto legge sono previste due novità importanti in arrivo per i contribuenti titolari di partita IVA nel regime forfettario: limite di ricavi a 85.000 euro dal 2023 e clausola di antielusione per chi supera il limite stesso
Il nuovo regime forfettario vedrà due novità importanti dal 2023: limiti di ricavi che passeranno da 65.000 ad 85.000 euro e clausola antielusione da 100.000 euro.
Naturalmente si ricorda brevemente che oltre al requisito del volume dei ricavi i requisiti previsti dalla normativa vigente per rimanere nel regime IVA “in franchigia” o definito forfettario sono in sintesi quelli di seguito riportati:
1- se si esercitano contemporaneamente più attività è necessario sommare ricavi e compensi riferiti a ciascuna attività;
2- le spese sostenute per personale dipendente o per lavoro accessorio. Tali somme non possono superare il limite di euro 20.000;
3- coloro che hanno anche redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente percepiti nell’anno precedente devono essere inferiori a 30.000 euro;
Nel frattempo, si è parlato dell’introduzione di tre flat tax dal 2023 e questa modifica alla soglia di accesso al regime rientra tra queste.
Le altre due formule consistono nell’introduzione di una flat tax incrementale al 15 per cento con una franchigia del 5 per cento e un tetto massimo di 40.000 euro e nel potenziamento della detassazione dei premi di produttività.
La tassa piatta del 15 per cento è da molti considerato un metodo anticostituzionale per il gettito fiscale che perde la sua proporzionalità con aliquote crescenti come attualmente previsto con la tassazione IRPEF.
La soglia d’accesso e permanenza che oggi è fissata a 65.000 euro, stando all’impianto attuale della prossima Manovra, dovrebbe salire a 85.000 euro.
Clausola antielusione di 100.000 euro
La seconda novità che si legge nella bozza del disegno di Legge di Bilancio 2023 è relativa alle regole per l’uscita dal regime:
Il regime forfetario cessa di avere applicazione dall’anno stesso in cui i ricavi o i compensi percepiti sono superiori a 100.000 euro e in tale ultimo caso è dovuta l’imposta sul valore aggiunto a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite.
Attualmente il sistema in vigore prevede che nel caso il contribuente nel regime forfettario super il limite di ricavi all’infinito nel periodo d’imposta considerato fuoriuscire solo l’anno successivo dal regime, pagando le imposte dell’anno in corso applicando le aliquote del 5% o del 15% nell’anno in cui il limite è stato superato.
E quindi con la nuova regola in caso di sforamento del limite degli 85.000 ma al di sotto dei 100.000,00 euro il contribuente non debba svenarsi riprendendo tutto a tassazione con IRPEF ed IVA, ma semplicemente uscendo l’anno dopo.
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